Come il content marketing ha cambiato la mia vita e il mio lavoro

Qual è la frase che ti hanno detto a più riprese nel corso della tua vita?

La mia è stata senza dubbio: “Ah, però, non pensavo fossi così brava”.

Il Fumagalli, dopo alcuni mesi che lavoravo per lui, un pomeriggio esordì con: “Quando mi hanno parlato di te, fin troppo bene, pensavo mi stessero dando un mezzo cavallo zoppo e invece mi sono dovuto ricredere, brava Debora”.

Questo in pieno agosto a risolvere l’ennesimo problema del venerdì mentre io ero al computer e lui in piedi, in stile avvoltoio, mentre teneva buone le persone che continuavano a chiamare. C’era una rivista da mandare in stampa e il lavoro di molte persone era bloccato per un problema dell’ultimo minuto che abbiamo dovuto risolvere in qualche modo.

Ho sempre lottato per essere credibile, è stata la mia fatica più grande, ed è per questo che non finirò mai di ringraziare quei capi che per primi hanno creduto in me mettendomi nelle condizioni di… fare!

Non ho mai avuto particolari problemi nello svolgere i lavori, il difficile era arrivare ad avere la possibilità di dimostrare quello che sapevo fare.

Con l’apertura della partita IVA è cambiato tutto, non potevo più dare la responsabilità agli altri di credere o meno in me. Ero io che dovevo far capire ai clienti come sarei riuscita a essergli utile.

C’era solo un piccolo problema: ero totalmente e indefinibilmente timida.

Non sono mai stata brava nell’approccio diretto, non sono in grado di andare in un posto pieno di persone sconosciute e dire: “Ehi ciao, sai cosa posso fare per te?!?”. O qualcosa del genere.

E quindi cosa fare?

Ho iniziato a concentrarmi solo sul mio unico obiettivo che è sempre lo stesso: fare in modo che il mio lavoro continui a essere sostenibile, in base alla mia personalissima idea di sostenibilità.

Per farla breve, voglio vivere di quello che faccio.

Il primo anno di partita IVA è stato spaventosamente duro, ho lavorato tantissimo e fatturato pochissimo. Le cose sono andate meglio da metà anno in poi, ma ormai la situazione era quello che era.

Ritenevo il mio lavoro sostenibile? Assolutamente no. Se avessi continuato con lo stesso ritmo, non sarei qui a scrivere questo articolo.

Ritenevo il mio lavoro sostenibile in relazione al primo anno di attività? Certo che sì, soprattutto per una persona incosciente come me che prima fa le cose e poi pensa a cosa avrebbe potuto fare per prepararsi meglio… Nel 2016 zero contatti, zero clienti, zero presenza online… Ho aperto duemila profili social, duecento servizi, continuavo a scrivere “delega di qui”, “delega di là”.

Ho dato le dimissioni senza sapere nemmeno cosa avrei fatto. Ecco, se posso permettermi di dare un consiglio a chi inizia: non fate come me.

A un certo punto è cambiato tutto il mio modo di pensare il lavoro grazie a due parole: Content Marketing.

Il content marketing mi ha permesso di aggirare il mio ostacolo chiamato timidezza.

Mi ha permesso di evitare l’approccio diretto facendo vedere direttamente quello che so fare. È andata più o meno così: “Ti faccio vedere cosa potrei fare senza aspettare che tu me lo chieda, facendo qualcosa che mi piace, che mi esce naturale, che mi diverte e che non mi pesa”. E tutto questo applicando solo lo 0,01% di tutto ciò che leggo, ma va benissimo così sempre per il rispetto della mia idea di sostenibilità.

Il semplice fatto di fare qualcosa che mi piace e che mi appassiona mi ha permesso nel corso del tempo di diluire in parte anche la mia timidezza. Certo, non siamo ancora arrivati ai miracoli… ma ci sto lavorando 🙂

Mi ha anche permesso di aumentare l’incredibile bellezza delle persone che sono entrate in contatto con me. Una persona può arrivare a conoscermi anche casualmente ed è subito in grado di capire se rientro nei suoi interessi oppure no. In questo modo sia io sia lui o lei non perdiamo tempo. Questa è una cosa di una potenza incredibile.

Ogni tanto la mia bassa autostima ancora non mi aiuta ed è un po’ come quando vedi qualcuno per strada che da lontano ti saluta e tu ti giri per essere certo che ce l’abbia con te. Stessa cosa al computer, mi scrivono su Telegram per chiedere una mia consulenza e ancora non ci credo, manca poco e mi giro per verificare che non ci sia qualcun altro!

Il content marketing mi ha dato la possibilità di parlare a più persone, nel modo che io preferisco, senza pregare gli altri di darmi fiducia o di ascoltarmi. Le persone che mi contattano sanno già cosa aspettarsi perché ho dato loro la possibilità di conoscermi, non devo fare nessuna presentazione a freddo.

Sono riuscita a costruire un ecosistema che mi piace.

È incredibile quello che mi è successo dal 2016 e ho imparato tantissime cose:

A dare valore a quello che faccio

Andrea, un professionista che stimo molto, un giorno mi manda un vocale per chiedermi più informazioni sull’assistenza virtuale e mi dice che il concetto di delega non gli piace. Lui non vuole delegarmi delle attività, vuole collaborare con me. Questa semplice frase mi ha permesso di fare chiarezza sul concetto di tempo, di tariffe orarie e di fatturazione. Da lì ho capito che il valore di quello che faccio deve passare attraverso le attività che sono in grado di fare, non attraverso il tempo. Non voglio delegare al tempo il valore che potrei portare ai clienti.

A prendermi la responsabilità

Il primo anno ho fatto delle cavolate inenarrabili, ma se non avessi sbattuto la faccia contro il muro non avrei mai imparato. Non che adesso vada tutto liscio, ma la consapevolezza è nettamente diversa.

Avere la partita IVA significa riuscire a capire gli errori ed è per questo che quando mi chiedono, ad esempio, quanto far pagare una determinata cosa difficilmente do una risposta precisa. È un processo che chi è agli inizi deve applicare in modo indipendente per diventare consapevole di quello che si sta facendo.

A raccontare la mia storia

La timidezza non aiuta, il non saper parlare di sé può essere un ostacolo. Ho imparato che se non sono io a raccontare la mia storia lo farà qualcun altro al mio posto, ma voglio essere io a presentare me stessa, nel bene e nel male.

A capire che la rete è fondamentale

Non è la singola azione, non è il fatturato, non sono i clienti. È tutto l’ecosistema che si crea.

Tutto il resto arriva comunque, ma è una conseguenza dell’ecosistema.

I contatti, le amicizie, le interviste, le collaborazioni.
Persone che mi chiedono pareri e consigli.
Il non dover cercare clienti a freddo.

Il punto è che ho trovato un modo per arrivare alle persone nonostante mi sia scontrata con “Eh ma con tutte queste cose gratuite, ma chi te lo fa fare”.

Certo che vendo qualcosa, certo che fatturo, ma è il come lo faccio che fa tutta la differenza del mondo.

Perché in fondo credo in quello che dice Alessio Beltrami, la fottuta rockstar del content marketing: “Se non ti prendi quello che meriti, finirai per far pagare agli altri le frustrazioni che derivano da queste omissioni”.

E io non voglio prendermela con le altre persone perché vale quello che dice la vignetta di RampicantiStorti: “Quando punti il dito verso qualcuno ricorda che nella tua mano altre tre dita puntano verso di te”.

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Autore: Debora Montoli – L’organizzatrice nerd che legge le istruzioni per te e migliora il tuo lavoro.

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