In Autumn in New York il tempo è un elemento chiave presente in diverse forme, dalla differenza di età dei protagonisti al bisogno di dimenticare il poco tempo a disposizione per viverlo appieno. Per sottolineare l’importanza di vivere il momento, Charlotte (Winona Ryder) prende l’orologio di Will (Richard Gere) con la promessa di ridarglielo «quando dimenticherai che ce l’ho io».

L’attimo fuggente è IL tempo, il tempo presente e l’attimo che se ne va. Ci ricorda di allontanare la pigrizia mentale e di non smettere di ricercare la propria voce:

«Osate cambiare. Cercate nuove strade. Guardare le cose da angolazioni diverse. È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.»

Il calendario è molto relativo e ne ha parlato in modo magistrale Luciano De Crescenzo con il suo 32 dicembre.

«Il tempo è una convenzione, serve solo a sapere che ora è.»

Tutti cercano il tempo e il tempo è alla ricerca di qualcosa. In Alice attraverso lo specchio è la stessa Alice a ricercare la cronosfera (il grande orologio di ogni tempo), mentre il signor Tempo (metà uomo e metà orologio) è alla ricerca di Alice…

Anche la musica non è da meno e se cercate la parola tempo (o time) vedrete l’enorme uso che ne è stato fatto, passando dai Pink Floyd a Tom Waits.

Mogol e Lucio Battisti hanno racchiuso in un testo il passaggio dalle 7 e 40 alle 8 e 50 con treni e aerei da prendere per fermare una separazione in corso. Perché in fondo «bastano 10 minuti per giungere a casa».

Ligabue riprende i REM e si chiede a che ora è la fine del mondo. Adriano Celentano dice che tanto il tempo se ne va e, per Lucio Dalla, «noi la vita la annusiamo in tutti i posti, ma lei passa senza neanche un ciao».

L’arte parla del tempo e subito penso a Salvador Dalí e ai suoi orologi molli.

Uno dei quadri più famosi è La persistenza della memoria, un dipinto a olio realizzato nel 1931 e oggi conservato al Museum of Modern Art di New York.

Raffigura, come descritto nel primo titolo dato all’opera, degli orologi molli e un paesaggio costiero della Costa Brava.

Dalí dipinse il quadro solamente in due ore, per puro caso, e la descrizione di cosa lo portò a realizzare l’opera è riportata su Wikipedia:

«E il giorno in cui decisi di dipingere orologi, li dipinsi molli. Accadde una sera che mi sentivo stanco e avevo un leggero mal di testa, il che mi succede alquanto raramente. Volevamo andare al cinema con alcuni amici e invece, all’ultimo momento, io decisi di rimanere a casa. Gala, però, uscì ugualmente mentre io pensavo di andare subito a letto. A completamento della cena avevamo mangiato un camembert molto forte e, dopo che tutti se ne furono andati, io rimasi a lungo seduto a tavola, a meditare sul problema filosofico dell’ipermollezza posto da quel formaggio. Mi alzai, andai nel mio atelier, com’è mia abitudine, accesi la luce per gettare un ultimo sguardo sul dipinto cui stavo lavorando. Il quadro rappresentava una veduta di Port Lligat; gli scogli giacevano in una luce alborea, trasparente, malinconica e, in primo piano, si vedeva un ulivo dai rami tagliati e privi di foglie. Sapevo che l’atmosfera che mi era riuscito di creare in quel dipinto doveva servire come sfondo a un’idea, ma non sapevo ancora minimamente quale sarebbe stata. Stavo già per spegnere la luce, quando d’un tratto, vidi la soluzione. Vidi due orologi molli uno dei quali pendeva miserevolmente dal ramo dell’ulivo. Nonostante il mal di testa fosse ora tanto intenso da tormentarmi, preparai febbrilmente la tavolozza e mi misi al lavoro. Quando, due ore dopo, Gala tornò dal cinema, il quadro, che sarebbe diventato uno dei più famosi, era terminato.»

Gli orologi molli tolgono al tempo la pretesa di essere l’unico riferimento che vale per tutti. Perché, in realtà, ogni persona intende lo scorrere del tempo in modo diverso e con ritmi diversi.

Secondo Dalí, il tempo è soggetto a misurazioni tecniche, ma anche a emozioni, sensazioni ed esperienze. E questa visione viene spesso affiancata a quella di Albert Einstein che la descrisse in questo modo:

«Sedete per due ore in compagnia di una bella ragazza e vi sembrerà sia passato un minuto. Ma sedetevi su una stufa rovente per un minuto e vi sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività.»

La fotografia è l’esempio perfetto di come il tempo possa essere fermato in uno scatto. Henri Cartier-Bresson ha fermato il tempo e ha cambiato vita dopo aver visto questa fotografia di Martin Munkacsi, fotografo ungherese.

«È stata quella foto a dar fuoco alle polveri, a farmi venir voglia di guardare la realtà attraverso l’obiettivo.»

Sono tanti gli esempi che avrei voluto riportare, che non fanno altro che dirci quanto non sia necessario concentrarsi sul tempo in sé, bensì sull’importanza di prendere tempo per pensare a cosa vogliamo fare e a come vogliamo lavorare.

Prendere tempo per fare spazio. Fare spazio per prendere tempo.

Spazio fisico e digitale come regola di vita.