Perché scegliamo determinati colori o stili per i nostri lavori?
Come spiegare ai clienti il perché facciamo determinate scelte grafiche per realizzare un progetto.
Nella mia attività di assistenza virtuale non mi occupo solo di aspetti organizzativi, ma realizzo anche dei lavori grafici e di impaginazione che vanno dalle presentazioni che possono servire a un imprenditore a delle infografiche per arricchire e variare i contenuti di un brand per una efficace comunicazione online. Come anche landing page, supporto per realizzare gli infoprodotti o per gestire siti web e blog.
Tutte queste attività hanno in comune l’obiettivo principale che è quello di rendere migliore la gestione del tempo e del lavoro delle persone con le quali collaboro. Non devono più pensare a dover realizzare una cosa, correre per rispettare la scadenza di un impegno o un appuntamento o impazzire per cercare le informazioni mancanti. Sarà sufficiente per loro indicarmi delle semplici note o obiettivi e prendere accordi per ottenere il risultato voluto.
Ogni volta che studio un’impostazione grafica, una presentazione, un abbinamento cromatico per uno dei miei clienti, mi piace motivare la scelta di un determinato stile, colore, carattere o semplice spaziatura anche se non mi è richiesto. Questo perché ogni decisione è presa con criterio seguendo una linea di progettazione studiata apposta per la persona, l’azienda o il marchio di riferimento. Ovviamente ho i miei gusti personali, i miei stili preferiti, ma quando si tratta di sviluppare un progetto le basi dalle quali parto sono altre.
Possiamo basarci sul solo gusto personale?
Io non credo, o almeno da solo non basta. Non sarebbe giusto nei confronti dei clienti che si aspettano un risultato indubbiamente professionale, ma soprattutto personalizzato su quella che è la loro realtà aziendale, non su quello che faccio io o su quello che piace esclusivamente a me.
Un conto è mettere a disposizione il nostro stile e modo di lavorare usando tutti i migliori sistemi che conosciamo, che vanno da penna e matita ai software più sofisticati, proprio per quello che sono e cioè dei mezzi per ottenere infinite combinazioni. Un altro è basarsi solo sul gusto personale che, per quanto ci sia sempre e contribuisca a realizzare dei lavori, può essere controproducente e rischia di appiattire tutti i risultati rendendoli molto simili tra loro anche se fatti per settori completamente diversi.
Saper diversificare porta a realizzare lavoro migliori.
Come possiamo motivare la scelta di determinati colori o stili ai nostri clienti quando progettiamo qualcosa?
Per rispondere a questa domanda, riporto di seguito tre interessanti infografiche realizzate da Paper Leaf che trattano in sintesi le basi della teoria dei colori, i principali elementi del design e i principi della progettazione che mostrano le basi da prendere in considerazione quando si scelgono le caratteristiche di un lavoro.
Le basi della teoria dei colori
In questa infografica vengono riportati:
- la ruota dei colori di base che indica anche quali tonalità stimolano all’azione e quali meno (attivo contro passivo) oltre alla classificazione dei colori freddi e caldi;
- la differenza tra i metodi di colore CMYK e RGB
- i tipi di colori come primari, secondari, complementari
- la relazione fra i colori, simili o complementari
- i significati principali dei colori
- alcuni termini di base relativi al colore come saturazione e intensità
I principali elementi del design
Non basta certo un’infografica per riportare tutto, ma questo riepilogo fornisce una rapida panoramica degli elementi di progettazione come linee, forme, texture, dimensione e spazio.
Lo spazio soprattutto è un importante e fondamentale elemento di progettazione.
I principi della progettazione
Contrasto, ripetizione, allineamento o vicinanza. Sono alcuni degli elementi principali per progettare un’impaginazione o una composizione.
Perché quindi si scelgono determinati elementi?
Sostanzialmente per mettere in pratica la teoria studiata, far interagire tutti i principi appresi che riguardano i colori, i caratteri o l’impaginazione. Seguire poi l’armonia, l’equilibrio, fare i giusti abbinamenti e contemporaneamente seguire sempre le novità del settore. In pratica significa tenere l’occhio allenato e anche avere una particolare sensibilità nel correggere o modificare le regole nel caso non bastassero a raggiungere il risultato voluto. In pratica, come diceva il mio professore di disegno tecnico, chiedersi sempre se quanto realizzato “paghi l’occhio”.
Il fine è quello di avere più mezzi a disposizione per sapere quali usare per ottenere il lavoro più adatto a prescindere dai gusti personali.
Al centro va sempre messo il cliente, si costruisce qualcosa per il cliente usando i principi e le regole conosciute. Magari con l’intenzione di infrangere queste regole, ma sapendo esattamente cosa si sta facendo.